Italia: una riforma sulla diffamazione a metà non proteggerà i giornalisti

Italia: una riforma sulla diffamazione a metà non proteggerà i giornalisti - Protection

Crowd of journalists outside Palazzo Madama, seat of the Senate of the Italian Republic in Rome. Photo: Cineberg / Shutterstock

ARTICLE 19 Europe pubblica i suoi commenti sulla proposta di riforma della legislazione italiana sulla diffamazione a mezzo stampa. Sebbene apprezziamo che il governo abbia finalmente avviato l’iter per riformare la legge esistente, rimaniamo seriamente preoccupati poiché tutti i testi al momento in discussione non sono abbastanza comprensivi da proteggere i giornalisti e il diritto alla libertà di espressione.

Nella nostra analisi, esprimiamo preoccupazione perché nessuna delle proposte legislative prevede la depenalizzazione della diffamazione a mezzo stampa così come prevista dagli standard internazionali sulla libertà di espressione. Al contrario, questi testi propongono un significativo aumento della multa e introducono pene accessorie. Non includono inoltre nessun quadro giuridico volto a contrastare il fenomeno delle “querele bavaglio” (anche note come SLAPPs).

Chiediamo al governo di intraprendere un’iniziativa più incisiva volta a conformare la legislazione italiana agli standard internazionali sui diritti umani e a proteggere e promuovere un ambiente sicuro per i media in Italia. A questo fine, forniamo una serie di raccomandazioni su come gli attuali disegni di legge debbano essere modificati al fine di proteggere i giornalisti. 

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La riforma della legislazione italiana sulla diffamazione è attesa da tempo. Nell’ultimo decennio, l’esistenza del reato di diffamazione, punibile con la reclusione per la diffamazione a mezzo stampa, è stata contestata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo (Corte Europea) e dalla Corte Costituzionale italiana. Entrambi hanno ritenuto che la pena detentiva per diffamazione costituisce una violazione sproporzionata del diritto alla libertà di espressione. Il legislatore si è mosso tuttavia in maniera lenta senza mai giungere ad approvare una riforma della diffamazione a mezzo stampa.

A settembre 2022, il Senatore Balboni di Fratelli d’Italia ha proposto il cosiddetto disegno di legge Balboni per modificare il Codice penale, il Codice di procedura penale e la legge sulla stampa. Anche parlamentari dei partiti di opposizione hanno avanzato le loro proposte, presentando ad oggi quattro disegni di legge.

Purtroppo nessuno di questi testi rispetta gli standard internazionali sulla libertà di espressione e ciascuno richiede delle modifiche sostanziali prima che si proceda alla discussione in Parlamento. Innanzitutto, nessuna proposta depenalizza la diffamazione. Al contrario introducono multe più aspre e sanzioni accessorie come quelle disciplinari. Ciò è problematico poiché secondo il diritto internazionale la restrizione di un diritto umano deve essere necessaria e proporzionata. Bisogna quindi valutare se la limitazione proposta risponde ad un ‘urgente bisogno sociale’ e se la misura sia il metodo meno restrittivo per raggiungere l’obiettivo. Alla luce di questi standard, le pene, inclusa la reclusione, non costituiscono mai una sanzione appropriata. 

Dopo aver completamente depenalizzato la diffamazione e aver rafforzato la protezione della libertà di espressione nella legge civile sulla diffamazione, il legislatore

Dovrebbe prendere in considerazione una riforma onnicomprensiva per prevenire l’uso improprio della legislazione per intraprendere SLAPP contro i giornalisti. Dovrebbe essere introdotta nel Codice di procedura civile una nuova tipologia di procedimento sommario, finalizzata ad accertare se un’azione, intentata contro un comportamento ascrivibile ad una forma di partecipazione pubblica su materie di pubblico interesse, sia temeraria.  

ARTICLE 19 Europe chiede al legislatore di interrompere la discussione delle proposte attuali e di procedere senza ritardo a formulare una riforma della diffamazione a mezzo stampa che sia conforme agli standard internazionali sulla libertà di espressione. 

Siamo inoltre preoccupati per la decisione di condurre una consultazione pubblica coinvolgendo solo un numero ristretto di parti interessate alla riforma. L’inclusione delle organizzazioni della società civile e di altre parti interessate è quanto mai necessaria. ARTICLE 19 Europe rimane a disposizione per discutere ulteriormente le proposte avanzate che mirano al rispetto degli obblighi internazionali ed europei sulla protezione dei diritti umani.

 

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Questa analisi di ARTICLE 19 Europe è stata prodotto nell’ambito del progetto Media Freedom Rapid Response (MFRR), che rileva, monitora e risponde alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati Membri dell’UE e nei Paesi Candidati.